di Johanna Monti

Professoressa Associata

Professoressa Associata presso l’Università degli Studi di Napoli “L’Orientale”, dove è anche delegata di Ateneo per la Terza Missione. Ha conseguito il dottorato di ricerca in Teorie, metodologie e applicazioni avanzate per la Comunicazione, Informatica e Fisica. Dirige il gruppo di ricerca UNIOR NLP Research Group, il gruppo di ricerca in Linguistica Computazionale dell’università Orientale che sviluppa risorse, metodologie e applicazioni che consentono ai computer di elaborare e generare il linguaggio naturale.

Kinesis, un progetto internazionale per l’innovazione sociale delle aree interne dell’Irpinia

Il progetto Kinesis è il frutto della collaborazione tra l’Università degli Studi di Napoli “L’Orientale” e partner europei provenienti dai Paesi Bassi, Lituania, Germania e Spagna e propone un’alleanza per lo sviluppo locale dei territori in via di spopolamento o in stato di abbandono unito a un metodo educativo innovativo per il tirocinio di studenti universitari al servizio della comunità europea. Si tratta della costituzione di un Living Lab diffuso e europeo per lo scambio di conoscenze, buone pratiche e idee innovative sul tema dello spopolamento.

Aree a rischio di spopolamento possono nuovamente svilupparsi

Il progetto trova attuazione e si focalizza in alcune aree a rischio di spopolamento (shrinking areas) dell’Irpinia, comunità territoriali afflitte da gravi problemi, come l’emigrazione delle giovani generazioni per mancanza di occupazione, l’abbandono e la solitudine delle persone anziane, la perdita di posti di lavoro per la delocalizzazione delle imprese, il deterioramento delle proprietà, la chiusura delle scuole, la scomparsa di tradizioni e costumi, la contrazione dei governi locali, etc., che in mancanza di adeguate soluzioni possono solo peggiorare e condurre all’abbandono di aree ricche di storia, cultura e tradizioni.
E’ cruciale che queste comunità non vengano abbandonate perché sono piene di interesse culturale e tradizioni che devono essere conservate, tramandate e riprese.

Questi luoghi possono nuovamente svilupparsi, adattandosi probabilmente a nuovi contesti, grazie anche all’uso delle nuove tecnologie, e quindi trasformandosi. Il progetto può contribuire attivamente alla loro ripresa proprio attraverso le due principali attività di progetto:

  • messa in rete e co-partecipazione della società civile (cittadini, imprese, associazioni locali) chiamata ad interagire, integrare e adottare buone pratiche condivise con gli studenti in formazione e con i partner della rete del progetto;
  • tirocinio degli studenti coinvolti nel programma, attraverso cui mettere in pratica e trasferire conoscenze, in base ai diversi background disciplinari.

Gli studenti potranno affrontare le diverse problematiche presenti sul territorio

Queste aree offrono spunti interessanti per i compiti da svolgere sia per scopi di ricerca, che per attività di tirocinio per studenti, in quanto presentano un’ampia gamma di problemi che possono rappresentare un valido oggetto di studio per gli studenti delle università e degli enti di ricerca coinvolti nel programma. Gli studenti potranno affrontare le diverse problematiche presenti sul territorio per elaborare delle strategie innovative a titolo di esempio nel campo dell’ecoturismo, della conservazione e valorizzazione di beni culturali, nello sviluppo di programmi per le persone più anziane, nella creazione di start-up, nella co-creazione di negozi, imprese, ristoranti ed altre attività anche online, nella gestione delle risorse idriche ed energetiche per la comunità, l’industria, l’agricoltura, nello studio e valorizzazione della storia, della cultura e delle tradizioni dei luoghi, e di altri aspetti legati al commercio anche internazionale ed all’economia. I giovani studenti potranno in questo modo scoprire e sviluppare i loro talenti ma allo stesso tempo sarà possibile recuperare anche luoghi a rischio di marginalizzazione.

KiNESIS ha come obiettivo di coinvolgere realtà solitamente distanti tra loro

KiNESIS ha come obiettivo di coinvolgere, passo dopo passo, attraverso un processo inclusivo e partecipativo, realtà solitamente distanti tra loro. Un territorio più piccolo delle metropoli e delle grandi realtà globalizzate consente una migliore concentrazione e una più facile condivisione in termini di questioni da affrontare e risolvere, di azioni da attuare e risultati da ottenere. I bisogni identificati e la necessità di agire in modo specifico, sociale, culturale ed economico, sono la base del processo che KiNESIS intende sperimentare.
Il processo inizia da due macro-azioni principali:

  1. Creazione, nei territori interessati, di tavoli di co-partecipazione e co-creazione che garantiscano un risultato del processo in termini di inclusione e partecipazione delle comunità locali interessate;
  2. Dialogo tra imprese e studenti nella formazione per l’attivazione di nuove idee e attività concrete da svolgere, sulla base di una pianificazione strategica condivisa con il territorio, per garantire uno sviluppo “intelligente” delle aree di riferimento.

Le esigenze delle aree a rischio di spopolamento rappresentano il punto di partenza dell’intera attività di KiNESIS al fine di:

  1. Sviluppare nuovi approcci di business locali grazie al contributo proveniente da varie discipline (turismo / media, cultura / offerte culturali, agricoltura, servizi, nuove tecnologie) su aree a rischio di abbandono;
  2. Fornire agli studenti metodi di apprendimento innovativi, interculturali e stimolanti;
  3. Sviluppare una mentalità imprenditoriale volta a sviluppare iniziative da attuare sul territorio e , nel caso, anche nei luoghi di origine degli studenti partecipanti;
  4. Individuare strategie efficaci per preservare e riutilizzare gli interessi e il patrimonio culturale delle aree a rischio di spopolamento.

Un primo esperimento è stato condotto a Frigento, un paese di 4.000 anime in Irpinia, da parte di Daniela Chavarria Devia, una studentessa in Inclusive Rural Development dell’università di Wageningen (NL) che ha condotto uno studio di sei mesi e alcuni esperimenti di innovazione sociale visibili sulla pagina Facebook del progetto. Al progetto hanno aderito i Comuni della Valle dell’Ufita e Confindustria di Avellino.